Pedonali a Parole

Strazio della Maddalena

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strazio della maddalenaSono anni ormai che questa zona (tra il Pantheon e le Coppelle) vive simili paradossi. L’hanno pian piano chiusa, ripavimentata, sempre più resa ostaggio dei tavolini selvaggi e delle recinzioni pedonali. Risultato? Ci sono più mezzi nella zona pedonale che in quella percorribile.

Basta ‘tirare la catena"…

strazio della maddalena 2

Come da tempo vado dicendo, infatti, non serve proprio a nulla creare queste impossibili oasi più o meno protette. Diventano refugium peccatorum per quelli della sosta casta:  

Quelli che "du’ minuti e torno – devo scaricà – mica sto a giocà – aspetto l’onorevole o su moglie"…

E se riesci a imbucarti (a piedi o in bici) eccoti al pedaggio dei venditori abusivi. Oggi sono gli ombrellari… Piove.

Governo ladro.

Sempre.

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9 Comments

  1. @ g.a.
    in realtà Milano soffre..meglio. La conosco bene. Il marciapiede è un parcheggio ma dove non deve esserlo si riesce ad evitarlo senza spargimenti di colonnine, catene o transenne.

    Bastano i panettoni o gli antichi ‘ferri di cavallo’. Mi sembrano leggeri e decenti.

    A proposito, ma davvero ora vi proibiranno anche di andare in bici sul marciapiede?

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  2. INCREDIBILE!
    Quella piazza è stata rifatta da pochissimo e già la catena è stata spaccata. E’ una piazza pedonale eppure sembra un parcheggio.
    MA COSA ASPETTIAMO A MUOVERCI?
    Transennaro, questa è una situazione grave.

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  3. Per le altre metropoli non è la stessa cosa. Ad esempio a Napoli, che pure ha i suoi enormi problemi, non c’è questa arroganza che si manifesta a Roma. La verità è che il circo Barnum della politica è diventato così enorme e invadente, che sta soffocando e schiacciando questa città, proprio fisicamente, almeno ha la sua ‘PICCOLA’ parte di responsabilità.
    La soluzione è più che semplice: sfrattare le sedi istituzionali nazionali da Roma e creare una cittadella politica con mensa aziendale e pensioni, dove lavorare lavorare e lavorare, senza le giostrine e le ballerine e i nanetti e le polverine e il magna magna dei ristoranti sotto casa.
    Così non romperebbero più los pelotas in casa altrui.

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  4. @DR… sai quante telefonate ho fatto. Questa situazione non è la più grave del resto. La catena era solo sfilata. Il fatto è che si vive così, ogni giorno c’è n’è una, e come rattoppi da una parte sfondano dall’altra.

    Mi pare invece sacrosanta la soluzione di Fabio E.

    Già Prezzolini lo aveva proposto e io sono anni che lo invoco.

    La Capitale va trasferita in un paese che la sopporti felice. Per esempio Montecatini. Con le acque che aiutano anche…

    Ovvio che a questi pseudo democratici e ambasciatori di democrazie sulla carta, proprio non sarebbe digeribile…

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  5. @Fabio.

    Mah… che vuoi che ti dica? Du’ palle anche questi pseudo Rousseau della Roma bbene.

    Tutte cose già sentite, dette e stradette. Fellini ci è diventato ‘Maestro’ con certi scorci.

    Del resto il riminese certe cose le aveva capite, questi mi pare si fermino alla banalità vanzinesca. Penso allo stesso Dagospia, e poi a questa Olghina che proprio ricama le solite cazzate.

    Per dirne una questa i “Nob” non li ha mai visti nemmeno de struscio. Tinto Brass è più bravo. Quando mai in un salotto della Roma bbene si beve e si magna? Ma dove?

    Gli aristocratici romani (vedi Marchese del Grillo) hanno sempre mangiato di merda a casa. I palazzoni fatiscenti sono noti per le loro pessime cucine. Roma è sempre stata così. Mignotte al locale, magnate al ristorante (dove tanto nun paga nessuno o solo un poveraccio arrivista appunto) e poi cenino magro in casa.

    Miseria e Nobiltà. Quello è un grande scorcio. Napoletano ma assai simile alla nostra bellissima città puttana che ha sempre un prete (o perfino un papa) in casa o alla parete.

    Poi. Questi che fanno i moralisti ma sono i primi a dare il culo per farsi vedere sono persino peggio della vecchia ipocrità nobiltà…

    Insomma me pare la solita cagata, più o meno come le cacchiate sui i giovani ‘dannati’ alla lucifero…

    C’è un enorme sottobosco di sfigati che racconta le solite frottole per venderci pure qualcosa.

    A proposito hai visto la copertina de “le benevole” di J. Littell? Ti ha rubato la copertina del Blog!

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