Prima Proposta Modesta


Visto che siamo in tema ecco che mi sbilancio subito con una propostina alla nuova giunta sulla questione pulizia per le strade (e non solo).

A Roma c’è una vera e propria carenza di cestini (o di errata distribuzione)

Quei pochi sono anche fatti male, poco funzionali e posizionati come ostacoli.

Qualche mese fa passeggiavo per Via del Pellegrino, angusta quanto affascinante e battutissima strada romana, dove un secchio per l’immondizia sembra un miraggio.

Poi ho trovato questa elegantissima anfora prestata all’uso dal negozio adiacente.

cestino esempio
Ho pensato che fosse geniale e gentile. E ancora oggi penso che tutti i privati che fanno qualcosa per aiutare la città in questo senso dovrebbero essere premiati dal comune perché solo con il buon esempio si migliora l’educazione civica (e non come da sempre si sbaglia in Italia, con il concetto della punizione e della multa).

Io propongo un premio (magari uno sgravio fiscale, oppure un buono per una mostra o un biglietto per la partita o magari anche solo una targa di riconoscimento). Ma senza gare, appalti, giudici, voti. Semplicemente così, con dei capaci (ed ONESTI!!!) osservatori comunali che invece di girare a far multe girano a dar premi.

Utopico?

24 Comments

  1. Non sono d’accordo con la proliferazione dei “secchi”. A mio parere sono da far scomparire dalla faccia della terra anche i cassonetti.
    La questione è a monte: bisogna fare come in Alto Adige, dove non c’è l’ombra di un secchio o di un cassonetto nonché di carte per terra. E’ una questione di cultura.

    Utopia per utopia, preferisco questa.

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  2. @poliscor
    onestamente quella diventa DISTOPIA. Anche pericolosa. Roma (ci mancherebbe) è una grande metropoli, inutile puntare a modelli del genere. Io penso a Parigi, Londra, Berlino. Altro che Alto Adige… con tutto il rispetto, per carità.

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  3. @RondoneR: citando Parigi non fai che darmi ragione. In Francia (i dati sono facilmente verificabili) nell’ultimo decennio la quantità di RSU è cresciuta circa l’1% l’anno, contro il 2,8% dei consumi delle famiglie; già nel 2005 il 97% dell’utenza francese era servita dalla raccolta differenziata porta a porta, con una quota di selezione volontaria in casa dell’80% nei comuni serviti dal porta a porta e del 65% in quei pochissimi ancora dotati solo di punti d’appoggio volontari.

    Non è moltiplicando secchi e cassonetti (osceni, puzzolenti, degradanti oggetti di “arredo” urbano) che si contribuisce a tenere “pulita” una città: lo si fa EDUCANDO la gente.

    Distopia? Forse. Ma di certo più edificante che sperare di vedere i marciapiedi intasati da anfore con le buste blu dentro.

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  4. @Poliscor
    Stiamo dicendo cose simili ma tu la prendi troppo da estremista.

    Anche io sono contro l’invasione dei cestini (quelli romani poi). Ti basta girare per il mio blog per intuirlo.

    Però ti faccio notare che a Roma la cartaccia la buttano direttamente per terra perché mancano anche questi ‘orribili’ (ma evidentemente necessari in una grande città) elementi.

    Non so tu, ma io preferisco vedere un secchio colmo di spazzatura (anche in casa mia) che sparpagliata in giro.

    Poi. Se siamo in grado di produrne di meno è un bel tema. Io ci provo.

    Ma non so quanti altoatesini in visita a Roma non prendano nemmeno un pezzo di pizza o un cono gelato o nel caso poi si riportano la carta in albergo.

    Capisci?

    Cominciamo a capire che per terra non si butta. Io preferisco la anfore allo schifo.

    Hai dato un’occhiata ai link?

    Hai capito di cosa parlo?

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  5. Il porta a porta a Roma ribadisco non è di per sè sbagliato, ma in pratica produce monnezza ad ogni angolo in attesa… E non parlo della differenziata, che per altro, nessuno può giurare non venga riunita alla discarica…

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  6. che poi mi chiedo:

    ma davvero vi sembra che in quella deliziosa anforetta posso gettare rifiuti tossici? o, che ne so, la carogna di un orso bruno in decomposizione, o magari un pezzo di motorino? Ecco sì, le chiavi.

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  7. Io non credo sia utopico pensare che ognuno possa coltivare senso civico. Sai, da un paio di mesi sto facendo dei seminari (a gratis) in delle scuole superiori di “alfabetizzazione all’educazione urbana”, per spiegare il perchè alcune cose fanno male alla propria città. I risultati sono eccezzionali, da un paio di incontri iniziano a venire anche i genitori dei ragazzi, che sono sempre di più…
    Tra poco organizzeremo delle “spedizioni pulitive” in alcune zone di Ladispoli… Il senso civico può essere insegnato!

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  8. secondo me porre la questione in termini di educazione e sensibilizzazione della gente non ci porta lontano: voglio dire, possiamo togliere ancora qualche ora di studio di lettere classiche o fisica a scuola, introducendo educazione civica dello smaltimento rifiuti, ma sarebbe tempo perso. Non e’ un problema di ignoranza, e’ che la gente di fatto ha deciso di deresponsabilizzarsi perfino sulla spazzatura, e a ragione!
    Io non posso non indignarmi quando mi vedo costretto a separare che so l’umido dalla carta, imbrattandomi di percolato, sotto minaccia di multe salatissime, mentre i nostri politici hanno deciso di lasciare il problema rifiuti in mano alle camorre e alle mafie. Io, a questi patti, mi sento sciolto dal contratto sociale. Capito dove voglio arrivare? Finche’ non ci si decide a riprendersi in mano la sovranita’, non si puo’ contare sulla collaborazione della gente nemmeno per la rumenta.
    Lo so che cosi’ il problema viene preso molto alla lontana, ma cosi’ e’,signori, non si scappa….

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  9. vorrei precisare che non intendo svilire il lavoro educativo di tanta brava gente che, stando in trincea nella scuola o sul lavoro, lotta metro su metro per far sentire che dalle istituzioni c’e’ ancora qualche presa di responsabilita’. Pero’ il problema principale a mio avviso e’ sempre quello: assenza di legittima autorita’ e conseguente degrado morale

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  10. @RondoneR: nel commento #8 hai scritto:

    Ma non so quanti altoatesini in visita a Roma non prendano nemmeno un pezzo di pizza o un cono gelato o nel caso poi si riportano la carta in albergo.

    Il fatto è che a casa loro lo fanno! Parlo di loro perché sono tanti anni che l’estate vado da quelle parti, ed ogni volta rimango a bocca aperta. La monnezza se la mettono veramente in tasca.
    I secchi ci sono, ovviamente: hanno la chiave condominiale o privata. Ognuno paga per quanto produce. E se qualcuno si azzarda a sgarrare… E occhio, che anche in giugno/luglio/agosto, in piena invasione di italiani e tedeschi, di carte per terra non c’è l’ombra.

    Qual’è l’utopia, dunque? La mia è che, da un giorno all’altro, Roma si svegliasse una bella mattina linda come un fazzoletto bianco e che la gente pensasse “ammazza quant’è bella, quasi quasi mi intasco il cleenex”.

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  11. @ anonimo

    il problema è che non puoi fare paragoni tra Roma e Alto Adige. Ti ripeto, con tutto il rispetto (che poi sono dei rompicoglioni repressi, preferisco di gran lunga gli svizzeri) questa è una città con un’altra densità e con un passaggio invasivo mostruoso.

    Chiaro che sognerei quello che vuoi tu, ma atteniamoci ai fatti. Cominciamo a liberare le strade, ti ripeto che romani e turisti NON SANNO DOVE BUTTARE UNA CARTACCIA.

    Non solo. Mancano i bagni pubblici. E la gente espleta on the road. Capisci? Anche io credo che uno se la possa tenere, ma non è così in un milione di visitatori. Allora rimettiamo i vespasiani. Oppure premiamo i BAR che offrono il servizio senza rompere i coglioni.

    Hai capito qual’è la questione?

    Siamo molto indietro rispetto alla cultura del carta in tasca.

    moltissimo.

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  12. Io ho capito perfettamente qual’è la questione. E ho capito che moltiplicare i bagni pubblici, a Roma, vuol dire moltiplicare le fonti di puzza.

    Vabbe’, abbiamo visioni diverse sulle priorità.

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  13. io le cartacce me le metto in tasca o nello zaino… a volte pure quelle della pizza, un po’ unte, incartate nei fogli del giornale. e giunta a casa, la cartaccia finisce nella busta della carta per la differenziata… avrò antenati altoatesini??
    se lo faccio io che sono ROMANA da generazioni, e che agisco così per decoro personale e per amore alla mia città, perché cavolo non lo possono fare gli altri???

    nicoletta

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  14. Vogliamo parlare di carte in tasca???
    Io vado in giro che sembro un secchione della monnezza! Finché non trovo un secchio mi metto tutto in tasca/borsa/busta della spesa/etc.. non butto niente finché non trovo il posto giusto e differenzio pure!!
    Me lo ricordo bene quando da piccola mamma mi diceva “non si butta la carta per strada!!” e io faccio uguale con mio figlio, ma non mi limito a dirlo, lo faccio veramente, altrimenti a che serve?

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