Piazza l'Albero


Questo è un mio vecchio sogno.

Molto prima che nascessero vari green guerrilla o alberisti anonimi.

Giro per la mia bella Roma e fin da piccolo mi chiedo come mai nel cuore della città ci siano così pochi alberi. E crescendo la situazione è solo peggiorata. Insistono che siamo fra le prime in Europa per il verde, ma la distribuzione è strana. Ci sono zone fin troppo ricche e zone desertiche. E il centro è fra queste. Paradossale.

Penso a Parigi, e mi vengono in mente scorci come questi, praticamente ad ogni angolo:

Paris paris2

Da noi vedere un albero in mezzo alla strada è quasi un miraggio.

Ci sono quelli relativamente recenti di Santa Maria Maggiore,

smariamaggiorema l’Esquilino tutto, da questo punto di vista è molto fortunato.

Vi basta navigare dall’alto su Google Map Satellite per capire di cosa parlo. Tra Corso e Tritone, Navona e Barberini, i pochi alberi, spesso isolati, resistono a fatica, come ultimi samurai.

Guardate la famosa Quercia dell’omonima piazza. Non la salva da solo, forse?

Quercia
L’aggravante poi sono state le recenti, orribili ripavimentazioni e riqualificazioni. Fra spaventosi scogli pedonali, ghirigori da geometri e patchwork di materiali, avessero approfittato per metter giù qualche alberello. Figurati! Al massimo gli assurdi vasoni o i feroci dissuasori.

Ecco perché lancio un’altra sfida per la nuova giunta. Assai più faticosa di quella precedente sulla viabilità. Perché occorre competenza, dedizione, senso estetico e pollice verde.

Per ora è quasi un gioco. Vediamo che ve ne pare. Metto l’originale e sotto l’ideale. Non sono un professionista grafico, perciò perdonate i difetti evidenti. Considerate l’idea, e ovviamente non lesinate consigli ed altre zone!

Per Piazza Barberini, ho pensato a mandorli e ciliegi
(anche se forse basterebbe pescare fra i platani adiacenti di Via Veneto.):

barberinibarberiniinfiore

A Piazza S. Bernardo, l’inutile ciambellone che cambia vasoni potrebbe invece essere così:

santasusannasantasusannaalberata

A Piazza del Gesù, la lingua strepitosamente cretina che fa da imbuto al traffico,
sarebbe almeno un po’ romantica:

Gesù Gesucchealberi!

E a Largo Argentina, alla fermata oasi pedonale più carente che si potesse ottenere,
basterebbe piantare gli  stessi pini che si spiano di fronte,
quando si resta sotto il sole concentrato dalla corta tettoia di cristallo…

largoargentinastop
largoargentinalargoargentinapineta

Ora giriamo per Corso Rinascimento, dove all’altezza delle Cinque Lune, troviamo l’ultimo capolavoro:
La Piazzetta affogata al cemento di Sant’Apollinare, che potrebbe diventare meno tragica..

ApollinarebApollinare ombreggiatao anche

Apollinare Apollinare alberata


Poi salutiamo il povero ulivo a guardia del disastro appena accanto in Via Zanardelli,
che invece potrebbe ospitare anche una fila di platani

ViaZanardelliZanardelliZanardelli alberatoChe del resto ho raccolto lì ad un passo, nell’unico angolo veramente parigino della zona,
Largo Febo (dove convivono tigli e platani):

Febo Febor

Quindi affacciamoci nell’altro recente scempio intorno a Palazzo Borghese
(l’unico a resistere dignitoso alla marea bianchina che lo avvolge…)
Basterebbero un paio d’olmi a rendere meno arido l’insulso ricamo tortuoso.

borghesetourBorgheseBorghese d

Ora ci sto prendendo gusto con i novelli rifacimenti.
Guardate sul Corso, alla fine di Via Condotti, se non fa tendenza una quercia.

CorsoCorso Albero

E della piscina d’asfalto recintata (se non scavalchi non entri) del Parlamento?
Una fila di tigli ci starebbe proprio bene…

ParlamentoParlamento e Tigli

Infine mi piacerebbe colorare un po’ di piazzette in giro,  sottratte ai parcheggi,
 ma sempre deserte, tipo quella dell’Orologio..

OrologioorologioOrologio colorato
S.Maria in Fiore, mai fiorita altrimenti…

s.mariainfiore s.mariainfioreinfiore

O la solita Pilotta, i cui alberelli prigioni fan sempre pena.

Pilotta Pilottainfiore

Ma il gioco è interminabile, se ci pensate, perché potrebbero partecipare di diritto anche Piazza di Pietra, Piazza Capranica, l’intero isolotto del potere intorno al Senato, Piazza Minerva, Piazza della Maddalena, Piazza S. Lorenzo in Lucina, Largo Ricci…ecc. ecc.

In ogni, caso, almeno in Via Nazionale, che andrà rifatta, cerchiamo di sostituire i morenti allori invasati, con alberi interrati…

Nazionale

(Continuate da soli, e se vi servono alberi virtuali, non esitate a chiederli al mio forntissimo vivaio!)

ps. so che alcuni alzano la mano per questione facciate e resa architettonica, ma è ovvio che qui entra in campo la capacità urbanistica. Dal mio punto di vista, non ho mai visto un albero deturpare un profilo, anzi!

ps2 coloro invece che hanno l’ansia da stornelli si ricordino che ci sono alberi pressoché immuni dalla nidificazione.

 

37 Comments

  1. Speriamo in Alemanno, comunque la tua mi sembra un ottima idea a Firenze grazie ad un tecnico comunale particolamente attento si è riusciti ad inserire qualche albero ottendendo in generale buoni risultati. Quindi credo che la cosa si possa ripetere con successo anche a Roma magari coinvolgendo qualche associazione.

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  2. Non e’ detto che una piazza alberata sia piu’ bella se non e’ stata progettata appositamente.
    Piazza Barberini con gli alberi e’ un obbrobbrio con rispetto parlando.

    Comunque per avere piu’ verde basta applicare la legge (del tanto vituperato piacione) “Rutelli” un albero per ogni nuovo nato.
    Fino a qualche anno fa’ arrivava a casa dei neo-genitori una lettera con le coordinate dell’albero piantato.
    ZonaLais

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  3. per il decoro urbano come dimostra il tuo post ci vorrebbe poco, ovvero ci vorrebbe da parte degli amministratori un pò di testa e di buon senso. ottima idea con tanto di esempi!

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  4. @ZL

    oddìo, non credo per metter giù due alberi occorra ridisegnare una piazza, appunto.

    Piazza Barberini già così fa piuttosto pena.

    Sull’idee rutelliche poi, e loro applicazione, preferisco tacere. Gli alberi li possono anche chiamare qui, quo e qua, basta che ci siano.

    (ps. obbrobrio si scrive con 3 b)

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  5. Il progetto mi piace, ma non capisco l’ansia anti-nidificazione.

    A parte il fatto che ci sono uccelli utili perché mangiano gli insetti (per esempio, prova a trovare una zanzara dove nidificano le rondini), ma se dell’albero vogliamo solo l’estetica e non il resto (il rumore, il profumo, i suoi “abitanti”), tanto vale metterlo di plastica.

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  6. Vedi che non pensi da (politico) romano? E le foglie in terra poi chi le toglie? Non dimenticare che i vari spazzini – che verranno assunti per rispettare i patti del do ut des elettorale – non dovranno lavorare, ma prendere lo stipendio… quindi visto che nessuno lavora e mai lavorerà a Roma è NECESSARIO fare il possibile per non creare occasione di impegno,responsabilità e lavoro…

    Ma tu credi di vivere in una Paese civile? Ma tu guarda un p’ ‘sta ggente… Ma nun ciai er sole? I nun te ce abbasta?

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  7. Bellissimo post! Condivido tutto tutto, da ammiratrice totale e un po’ invidiosa di quelle piazzette alberate parigine…

    Qualche idea:
    – evitare i pini e gli altri alberi con le radici che si sviluppano in orizzontale e spaccano il pavimento.

    – sarebbe bello mettere delle panche sotto gli alberi, per fare di questi luoghi un punto di sosta. l’albero e il verde vanno anche goduti così, non solo con gli occhi, passando…

    – per questo, gli storni non ce devono sta. io sono assolutamente anti-stornello, laddove il tremendo uccellino rende impossibile all’essere umano praticare lo spazio sotto l’albero da lui abitato

    – sarebbero bellissimi gli ulivi e gli alberi che fanno fiori e che in autunno prendono colori sui toni del rosso-marrone… pensa a quanto bene si armonizzerebbero con il colore di Roma!

    Nicoletta

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  8. Nicoletta gli storni sono ghioti di olive, se mettessero olivi non ti dico come ridurrebbero il marciapiede…
    A prescindere da questo, le alberature in ambiente urbano sono molto complicate soprattutto se lasciate a se stesse.
    Se venisse realizzata la proposta alberatura a piazza Barberini o a largo Santa Susanna, quegli alberi probabilmente non supererebbero l’estate, Roma non è Parigi, la pluviometria e il tipo di terreno giocano a sfavore della maggior parte degli alberi di piccole dimensioni, gli unici che sopravvivono discretamente per una quindicina di anni sono gli alberi di giuda altrimenti, si deve pensare alle grandi alberature che però sono poi difficili nella gestione delle potature e della caduta delle foglie.
    Non sto dicendo sia impossibile, solo un po’ difficile considerando gli addetti al verde pubblico della nostra città.
    M!!!

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  9. Divertente e simpatico il gioco. Giocare è una delle azione che caratterizzano le “persone vive” dalle “persone apparentemente vive , ma in realtà già morte” ricordo la poesia di Neruda “lentamente muore chi non rischia la certezza per l’incertezza, per inseguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati”. E’ ahimè, uno dei grandi segnali del distacco sempre più distante dei giovani dagli alberi e dalla loro cultura (Cultura degli alberi? Ma cos’è? L’unica cultura è il cinema, una cultura indotta dalla pubblicità dei trailers televisivi che ti mettono l’ansia facendoti credere che se il 20 maggio non sei davanti al cinema xxxx a fare la fila per vedere l’ultimo Indiana Jones sei il più agguerrito i degli ottentoti) è l’uso del gioco. Quello potente, bellissimo, creato dalla tecnologia. Wi il videogioco della Nintendo è il massimo in assoluto. Perchè prendere la macchina , parcheggiare, spendere dai 12 ai 15 euro per due ore per andare a fare con gli amici una partita di bowling quando la puoi fare anche a casa? Ecco per non parlare poi di altri giochi nei quali si spara e si ammazza o si gioca con l’ultimo modello della Uefa football. Perchè questo discorso. Perchè nei giochi e con i giochi virtuali i giovani si distaccano sempre più dalla natura e dagli alberi.(Nessuno sa più distinguere un acero da un olmo, e distinguere ,riconoscere è il primo passo per rispettare e amare. C’è una bella differenza tra dire “c’è un bel ragazzo davanti alla gelateria Fassi o c’è Nicolas Vaporidis davanti alla gelateria Fassi” un differenza soprattutto in termini di quantità , nel secondo caso centinaia di fans urlanti… ) E’ difficile disegnare un albero, e penso che sia anche difficile progettarlo graficamente, per questo che nei videogames gli alberi sono assenti. Quindi quando si gioca con le immagini come ha fatto Rondone sicuramente è un ottimo modo per straniare e pensare a vedere la città con occhi differenti. Sicuramente molte immagini fanno impressione, perchè si nota l’artificialità e la “non coerenza “tra caratteristiche dell’albero e luogo scelto per la “virtuale piantumazione”. Però degli esempi pratici e dal vero ci sono. Andate per esempio in Piazza della Chiesa Nuova e guardate la Paulownia Tomentosa che domina la piazza. Un albero capolavoro, uno dei “tree master” della città. E accanto a lui altre tre piccole Paulownia, in crescita, fiduciose dell’amore degli uomini. Perchè spesso gli alberi si chiedono “ma questi umani ci vorranno dove ci mettono o ci mettono lì solo per far guadagnare i vivai, (pensate che un albero di 7/8 anni al Comune e quindi a noi cittadini costa sui 500/600 euro caduano e nessun controllo o archivio esiste sulla differenza tra i costi degli alberi piantumati e quelli poi effettivamente attecchiti, anzi talvolta capita come è successo sulla Prenestina che per sbagli tecnici – in quel caso un tutore troppo leggero che ha impedito alla zolla di prendere – gli alberi muoiano in grande numero senza rientrare nei due anni di garanzia , una garanzia che parte quando l’errore è del vivaio che piantuma he l’albero). Pertanto benissimo con questi giochi tecnologici: iniziamo a pensare e a visualizzare una città più ricca di alberi. E pensiamo soprattutto alla possibilità di coinvolgere i cittadini nella loro gestione e manutenzione come succede in altre città d’Europa. Ricordo le parole di Paolo Pejrone sentite qualche settimana fa in occasione della presentazione del suo libro a S.Croce in Gerusalemme : ” un sindaco non deve esultare perchè ha piantato 1000 nuovi alberi, ma perchè ha realizzato un giardino bello”. E come si può parlare di bellezza quando nessuno in città si occupa della manutenzione dei piccoli alberelli. Se pensate che questi argomenti possano essere dei termini sui quali lavorare (c’è bisogno di gente, SI CERCANO GIOVANI! per lavorare su questo) andate a visitare il blog http://www.legalberi.blogspot.com
    “dalla parte degli alberi”
    Antimo Palumbo
    presidente dell’Associazione
    Adea amici degli alberi

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  10. piccola nota Ot:
    “Lentamente muore” non è di Pablo Neruda a dispetto della mail-catena che da anni circola sul web…
    E’ di una giornalista e poetessa brasiliana, Martha Medeiros…
    [Anche Mastella si sbagliò]

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  11. …e se si è sbagliato Mastella…

    Allora vi racconto una cosa:
    esisteva, in quel della Magliana Vecchia, mia patria elettiva, proprio di fronte alla stazione del treno FR1 “Magliana”, piantato in mezzo alla strada, un pino secolare ritratto già in cartoline di inizio secolo.
    Il pino in questione faceva da spartitraffico su una curva, era fiero, altissimo e bellissimo, nonchè simbolo del luogo.
    Un brutto giorno (anzi una brutta sera) d’estate di qualche anno fa vedemmo arrivare un paio di grossi camion ed un altro mezzo munito di cestello e braccio idraulico: chiusero momentaneamente la strada e cominciarono a “smontare” il fiero Pino ramo per ramo, per poi affettare il tronco e portarselo via a pezzetti.
    Ad oggi rimane la base del tronco.
    Ci fu raccontato che il povero Pino era malato, che era diventato pericoloso e che era oltretutto un ostacolo alla circolazione (balla terribile questa, visto che l’ingombrante base è ancora lì) e che quindi qualcuno aveva ben pensato di toglierlo di mezzo.
    Chiedemmo allora a gran voce che la sua “eliminazione” (ancora non chiara) venisse bilanciata dalla messa a dimora di un altro pino, magari in posizione diversa (che so, al centro della piazzetta sovrastante) e gli amministratori locali dell’epoca (che poi purtroppo sono gli stessi di oggi) assicurarono il loro impegno in questo senso.

    Sono passati almeno sei anni, stiamo ancora così.

    Questo, Rondò, tanto per dare un altro indizio dell’attenzione che questa gente ha per alberi e vegetazione in genere.

    Albert1

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  12. Potenza di internet! Non sapevo di questa errata attribuzione. Onore a Martha Medeiros e al principio socratico ” so di non sapere”. Grazie per la segnalazione.
    Un saluto
    Antimo

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  13. per ora mi permetto solo di dire a M!!! (giusto, # 13?) che se gli storni sono ghiotti di olive, allora che ulivi non siano!

    quanto al resto, chiaro che parigi è parigi e roma è roma. se una si è evoluta con i giardinetti tanto amati da ronodner e da me e l’altra no, un motivo ci sarà.
    in tutti questi post mi sembra poi che ci si sia dimenticati di un elemento fondamentale, soprattutto per il centro storico: il sottosuolo archeologico. piantare un albero là dove, solo un metro sotto la strada, ci sono strutture antiche non credo si possa.
    vanno bene i discorsi sulla manutenzione, ovvio.
    ma è un gioco. e nel gioco ci sta pure un servizio giardini super efficiente, e il sogno di piazzare alberi ovunque.

    nicoletta

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  14. @ nicoletta

    le strutture antiche non dovrebbero nemmeno stare sotto alla strada, a marcire, ma in un museo, esposte e illuminate.
    se stanno sotto alla strada vuol dire che ci abbiamo, tutti, rinunciato da tempo.
    vogliamo ora rinunciare anche alla possibilità di una città migliore? quella sopra alla strada, non sotto.

    non è un gioco. è una possibilità.se il servizio giardini non è super efficiente, se gli spazzini dovranno prendere lo stipendio ma non lavorare, se gli architetti e compagnia dovranno str lì a scaldare le sedie, beh è ora , signori e dame, di cominciare a pretendere che cambi il vento.

    Roma cambia, s’è detto.

    o no?

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  15. @ viviciclica

    non so se hai letto bene il mio post # 12, nel quale mi dichiaro entusiasta dell’idea di rondoner.

    nel mio post #19 sono semplicemente d’accordo con chi sottolinea l’inefficienza del servizio giardini e dell’ama. non sono d’accordo con l’inefficienza stessa. fosse per me, licenzierei tutti quelli che non lavorano, da brava brunetta (il ministro, non la cantante dei ricchi e poveri) dei sette colli.
    infine: il sottosuolo archeologico. hai presente quei muri che escono fuori ogni volta che si fa un buco per roma? ecco, quelli. sono la nostra storia anche loro, pur non essendo materiale da museo. e costituiscono una presenza nascosta nella città che non si può ignorare. non dico che non si debbano piantare alberi in assoluto perché ci sono i muri antichi sotto le strade. e del resto, non è che tutta roma sia interessata dalla presenza di suolo archeologico. quindi, proprio perché l’idea di rondoner possa essere praticabile, e non solo un sogno, bisogna pensare anche a soluzioni possibili. perché sta sicura che se fai una buca per piantarci un albero dove ti pare e poi ti esce fuori il muro antico, quell’albero non lo pianti più.
    regole di soprintendenza, non mie.

    nicoletta

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  16. scusate la piccola assenza, ero con altri “alberi” e “ponti” a litigare…

    torniamo a noi. provo a rispondere.

    @Fabio
    anche a me è oscura tale alberatura. A cosa alludi?
    io ricordo alcuni pini estirpati per far spazio a certe oscene sculture
    dinanzi ai mercati traianei.

    @RC
    a questo davvero non avevo pensato 😉

    @Nicoletta ed M
    Sulle condizioni climatiche e sulla pluviometria ormai io non considero Parigi e Roma tanto lontane. Che dite?
    Sui resti archeologici non credo che un albero comporti gli scavi per la metro (che pure stiamo facendo). Perciò…

    @A.Palumbo
    Dunque. Intanto grazie per l’intervento. Hai capito il mio spirito. Chiaro che conosco bene la tormentosa della Chiesa Nuova (all’inizio avevo proprio pensato di mettere le foto dei pochi angolo con alberi per mostrare quanto salvino la città; ho messo solo la quercia famosa ma avrei voluto mettere anche

    proprio perché adoro quell’albero e spero che i nuovi piantati ce la facciano

    Non sapevo dei costi e delle beghe burocratiche. Capisco che riusciamo a rendere tutto più complicato di quello che potrebbe essere.

    Sono profondamente convinto che dipende prima di tutto da noi e concordo con pensiamo soprattutto alla possibilità di coinvolgere i cittadini nella loro gestione e manutenzione

    @Luna
    grazie per la precis.

    @Albert
    appunto

    @alessandra
    ?

    @viviciclica
    brava!

    @Ely
    bene!

    @Roby
    anche a te!

    @alfb
    grazie per il promo

    Grazie a tutti ancora

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  17. Come quella sulla viabilità, anche questa è un’idea molto buona.

    Un solo appunto: niente platani, hanno un polline micidiale sia per gli allergici che per i fortunati che non soffrono per la presenza dei pollini 🙂
    I Platani possono starsene sul Lungotevere, nel loro ambiente naturale 🙂

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  18. caro rondoner,
    mi sembrava di essere stata chiara sia su quanto la tua idea mi piaccia, sia sul discorso del sottosuolo archeologico. a leggere viviciclica e la tua ultima risposta (a me e a lei) sembra invece che io mi stia per incatenare su un muretto antico al grido di: “salva il muro, brucia l’albero!”

    boh…

    ho solo posto un possibile nuovo argomento, a discorso avviato, visto che ne uscivano fuori di tutti i colori. a partire dal ragionamento: “è inutile piantare gli alberi perché tanto poi l’ama non passa, il servizio giardini è inefficiente…”. non sto dicendo (e lo ripeto) che gli alberi non si debbano piantare perché sotto roma ci sono muri antichi. ancora non è chiaro? mi volete far fare come alemanno che ancora deve spiegare il suo punto di vista sull’ara pacis??

    noto che qui, come spesso accade quando si discute di una cosa, si tralasciano le proposte e si dà più valore a “no, guarda, c’ho più ragione io…”, agli: “e allora?” (e allora? non stiamo facendo la metro?)

    ariboh…

    quanto al confronto tra roma e parigi di uno dei miei post, visto che mi fai una domanda diretta: non mi riferivo alle precipitazioni e al clima, ma all’evoluzione urbanistica e all’arredo urbano storicizzato delle due città. se parigi ha i giardinetti e roma no, ci sarà stata una differente storia urbanisitica. tutto qui. e a scanso di equivoci: la mia è solo un’annotazione di tipo storico, una riflessione personalissima sulla domanda: “perché parigi ha le piazzette con gli alberi e roma no?”.
    non vuol dire: se roma le piazzette con gli alberi non ce le ha, vuol dire che storicamente non le dovrà mai avere.

    questo nel caso qualcuno mi venisse a ricordare (vero viviciclica?) il motto del sindaco che ho votato con assoluta fiducia.
    fiducia nel motto e nel sindaco.

    nicoletta

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  19. @nicolé

    tesoro mio secondo me se tu che la butti subito in polemica, sei più permalosa dì donadoni…

    figurati se non avevo capito che stai dalla mia parte! ma io cercavo solo di rispondere agli appunti!

    Volemmose bbene, almeno tra noi 😉

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  20. rondoner
    leggo oggi il tuo post per me. era un po’ che mancavo dal tuo blog.

    non l’ho buttata in polemica, ho solo risposto…
    e te prego: non me paragonà a quel coso moscio di donadoni! 🙂
    è che quando si parla di roma divento tremendamente seria, puntigliosa, c***avoli… e non sopporto (pardon! si può) chi mi ragiona con “e allora??”… così ragionando non si arriva da nessuna parte (a parer mio)
    lo so, lo so! sò pesante… 🙂

    belli i nuovi post!

    con affetto sincero e rinnovato,
    nicoletta

    ps: l’altro giorno ho visto alberelli a piazzale flaminio, con le panchette sotto: ma li conosci? sono nuovi? io mica me li ricordavo…

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  21. Sono d’accordissimo. Molte piazze potrebbero essere nettamente migliorate dagli alberi. Non va inoltre sottovalutato che d’estate la presenza degli alberi mantiene il fresco e impedisce alla pavimentazione di arroventarsi.

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  22. Bravissimo, concordo su tutto, è una vergogna tutto questo cemento senza un po' di verde, tra l'altro darebbe anche un po' di riparo (con una panchinetta sotto l'albero magari) ed ombra alle tante persone che in estate vivono Roma..
    ciao Martina

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