Fino adesso avevo taciuto. Per dignità.
Ora il baccano è tale che non posso esimermi. Tutti scoprono l’acqua calda nell’afa romana.
Mi basterebbe il silenzio di coloro che fino alla fine (e anche dopo) hanno cercato di raccontarci la favola del re in mutande mentre ci mettevano in mutande (anzi ce le toglievano). Di quelli che straparlavano di spettri fascisti per lasciare la città sul viale del disastro. Ecco, se state zitti, lo farò anche io. L’unico spettro che vedo è quello del fallimento.
Le liti sui chi fa più debiti mi ricordano quelle delle famiglie decadute. Fanno solo pena. La notte è finita. Fa caldo. Ma tocca rimboccarsi le maniche, che non abbiamo più.
Alemanno adesso deve “faticà” per mandare avanti la baracca sull’orlo del fallimento. Uolter ancora non ammette la sconfitta elettorale figurati se dirà che il buco stratosferico l’ha fatto lui.
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il problema ormai non è più la colpa, ma la condanna…nostra.
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Hai ragione, poveri romani, cornuti e mazziati!
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