I tetti di Roma offrono sempre una vista interessante sul resto del mondo. Dopo tutto, questo è il vero Tetto der Monno, con buona pace dei cinesi.
Guardate per esempio cosa si scopre aguzzando la vista fra le tegole d’agosto.
Notato nulla oltre alle parabole e ai condoni edilizi..? Vi aiuto.
Ancora acqua? Pur cliccandoci sopra? Va bene allora ecco il massimo zoom:



Insomma. Lanterne rosse contro bandiera Tibetana.
Da qui non capisco se sono in asse (offro un tamarindo a chi mi scopre gli effettivi edifici) però la cosa fa sorridere, e poi riflettere. Un po’. Ovunque si sbandiera il supporto per una causa sacrosanta fuorché a Pechino…
Sapete, come ex atleta (pippa) io ho sempre avuto un debole per il fascino delle Olimpiadi. Oggi ovviamente hanno praticamente perso quasi tutto il proprio significato, sebbene i brividi delle gare d’atletica restino ancora forti (almeno per me). Ebbene, queste pechinesi mi hanno fortemente deluso. No, mica per i risultati, anzi. Tra Bolt e Obriz (lo capiranno solo gli esperti) ancora mi stropiccio gli occhi. E domani c’è Baldini, anche se un po’ zoppo. E nemmeno per tutti gli ori del mondo di Pepsi Phelps o per quelli collezionati dai cinesi (hai voglia a vincere in uno sport con la S maiuscola, e senza giuria..*). No. Quello che mi rode è che dopo mesi di bla bla e scenette comiche al passaggio della fiaccola, quando tutti si offendevano per l’ipocrisia del Comitato e del Paese organizzatore, e tutti si dicevano pronti, se non a boicottare (osceno per uno sportivo che vive 4 anni di preparazione), almeno a manifestare in qualche modo in difesa dei diritti umani, eccoci al dunque. Avete notato qualcosa? Una dichiarazione, uno stendardino, una preghierina? Manco per sogno. Solo lacrimuccie isteriche per qualche medaglietta senza valore, baci e abbracci per fidanzate e famiglie, e presenzialismi vari.
Ma come? Si può anche prendere a calci un arbitro, ma non si può fare un appelluccio, far vedere una maglietta (a gara finita, certo, come consiglia la saggia e bella Granbassi, dal suolo italico però). Dopo tutto c’è di mezzo anche la libertà e la fede. Possibile che non ci sia un solo simpatizzante del Dalai Lama nel villaggione olimpico, con tutta la carovana di inviati e imbucati speciali a seguito? Mi vengono in mente i famosi corridori americani di Città del Messico nel ’68, ma forse era più facile fare i ribelli con la tanto vituperata mamma America, che con un regime.
Ci resta una giornata. Chissà. Ho la brutta sensazione che oggi tutti si facciano gli affarucci propri. Pensano agli sponsor e ai passaggi in tv. E del resto i politici fanno lo stesso. Che società di cagasotto intrallazzoni. Se penso che la Maratona nasce da un impresa militare di coraggio e difesa dell’Occidente, forse, visti i risultati odierni, tanto valeva far vincere i persiani, e risparmiare un po’ di vite greche, a cominciare da quella del primo maratoneta…
*A proposito di medagliere. Invece di sbrodolarvi addosso con l’ausilio dei nostri soliti lecchini giornalisti, fateve du’ conti, care cinopippe falsarie, e scoprite che non solo avete fatto meno medaglie (totale) dei soliti rivali yankees (che sono un terzo della vostra popolazione), ma soprattutto che se l’Europa Unita (e potrebbe) gareggiasse sotto un’unica bandiera (come fanno i britannici, chissà perché non anche in altre competizioni) le chiacchiere come se dice da ste’ parti, starebbero a zero… Certo, l’inno di Beethoven ci martellerebbe i coglioni alla lunga…
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questa foto è una chicca per intenditori, cavoli!
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complimenti per la foto e la sua spiegazione.
quanto alle proteste in effetti sono state portate avanti solo da grandiosi gruppi di militanti anglo-americani. sempre arrestati dai solerti poliziotti cinesi. l’impaludato Rogge inoltre ha vinto la medaglia nera dell’ipocrisia e tanti bei soldini, ci mancherebbe!
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