Il mio amore per Shakespeare anche quest'anno ha avuto la sua sana dose di tragedia e commedia. Grazie al Globe di Proietti. Come sempre. Perché a Roma gli unici a mettere in piedi con rispetto e passione il teatro del Genio inglese sono sempre i "ragazzi" del Silvano Toti Globe Theatre.
Sarà per la location, che evoca davvero l'ambiente antico come una macchina del tempo. Soprattutto è perché c'è poca presunzione, molta scuola, tanto impegno. Si conclude la stagione estiva con la tragedia shakespeariana più tragica. Il Riccardo III, firmata dal regista Marco Carniti, su traduzione di Enrico Groppali, in scena dal 2 al 18 settembre.
Fate quindi ancora in tempo a farci un salto. Riccardo di Gloucester è un personaggio emblematico dell'orizzonte chiaroscuro di Shakespeare. Ricorda Jago, ma è più crudele. Ricorda anche Shylok per la sua vendetta contro la società. Ma è sempre più cattivo, più spietato, più autentico.
Non fosse altro che è vissuto davvero. Il giovane William deve essere rimasto colpito dalla forza di chi sembra un predestinato all'emarginazione. Quando già la Natura sembra rifiutare un figlio nato male. Quando la Madre è la sua peggior nemica, unica a non soccombergli mai. Ecco. Emerge con potenza disumana la determinazione del mostro, del deforme, del reietto.
Certo lo scambio fra pubblico e protagonista mostra una sorta di ammirazione per la sarcastica intelligenza di Riccardo. Spaventa la platea, al quale ammicca con disprezzo, minore di quello che prova per i suoi compagni sventurati del palco.
Poveri fessi, illusi dalla Storia. Ma la spietatezza con cui scala la scena, guarda caso, lo trascina nel deserto della solitudine. Lì, Riccardo geme (ed è l'unica nota stonata dell'ottima messa in scena di Carniti), torna a frignare: "Il mio regno per un cavallo". ("Quale regno è? ..Spiacente" risponderà il grande J. Hart)
La regia di Carniti è nuda ma d'effetto. Costumi splendidi. Suoni e luci da fotografi capaci. Strepitose le donne sulla scena. Su tutte Melania Giglio. Piccola Glenn Close in erba.
I due laboratori per giovani attori che si svolgono parallelamente all’attività del teatro romano, grazie alla partnership di Jaguar Italia con il Silvano Toti Globe Theatre di Roma, sforneranno altri talenti. Ne sono sicuro.
Non ho ancora visto questo spettacolo, ma dopo il tuo consiglio ci andrò assolutamente. Sbagli però quando dici "a Roma gli unici a mettere in piedi con rispetto e passione il teatro del Genio inglese "
Infatti circa un anno e mezzo fa al teatro Eliseo sono andato a vedere una rappresentazione dell'Amleto magnifica con una regia pazzesca. Non ricordo ora il nome del regista purtroppo.
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Ciao anonimo,
ormai mi sai che te lo sei perso , ma non ricordi chi era quell'Amleto? Perché qualche tempo fa io ne ricordo uno spaventoso con Preziosi, ma non era all'Eliseo, era al Quirino…
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dopo averlo cercato a lungo finalmente l'ho trovato!
http://www.teatro.org/spettacoli/recensioni/amleto_7612
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Grazie mille anonimo! Davvero interessante. Intepretazione fedele, totale. Che coraggio… Peccato averlo perso. Ma quanto rimase in scena?
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