Nella Roma di Cappuccetto Raggi c’è un giallo che non mi fa dormire la notte.
Ce ne siamo accorti un po’ tutti, spero. Dopo le mille chiacchiere sulla siccità estiva, invece di controllare le jacuzzi che spuntano sui tetti romani manco fossimo a Santorini (perché la caccia al turistame è l’unico mercato rimasto), la travolgente idea di Acea fu quella di chiudere i Nasoni, simbolo di Roma e della sua Civiltà. Nessuna città al mondo “regala” tanta acqua per strada.
Ora, tuttavia, siamo a Novembre. Fa pure freddo, e qualche volta piove, per fortuna. Il progetto parlava dell’estate. In tanti ci chiediamo: quando li volete riaprire? Io non oso ipotizzare che sia stato davvero un “favore” a chi vende l’acqua, ma sorge anche la domanda su quale criterio sia stato scelto per otturare quali nasoni sì e quali no, e se davvero sia poi servito a qualcosa. Dato che chiudendoli tutti (e non è stato fatto) il risparmio sarebbe già stato modesto, così che senso avrebbe avuto?
Di seguito infatti vi mostro un po’ di foto fatte per strada in questi mesi. Nasoni aperti, nasoni chiusi. Curiosamente quelli più colpiti sembrano in centro.
Partiamo dal caso più grottesco, ieri sera lo celebravo su RomaOra.it
A piazza della Rotonda, davanti alla fontana, il nasone doppio è chiuso da mesi.
Come del resto a piazza Navona. Lato Nord.
Imbarazzante quello dell'”Acqua Vergine” in via di Monte Brianza. Un simbolo asciugato.
Sempre dell’Acqua Vergine, resiste, ma con un filo d’acqua, quello più nascosto, soprattutto dai venditori ambulanti, in vicolo della Spada D’Orlando.
Il “rivolo” modesto e non dissetante lo ritroviamo anche ad un altro nasone chiave, nelle passeggiate romane. Quello a Largo Corrado dei Ricci, sui Fori Imperiali.
Chiusi del tutto invece quelli a via Tomacelli e Largo del Tritone. E fa rabbia, perché erano stati restaurati da poco.
Del tutto spalancato e visibilmente un po’ intasato quello fantasma a Passeggiata di Ripetta. E fa rabbia perché passa praticamente innosservato, eppure allaga il marciapiedi.
Allontanandosi dal centro, nel troviamo più spesso aperti. Come all’Auditorium.
O come a via XXI Aprile, o nel quartiere Flaminio, in via Luca Signorelli. Non sembrano così determinanti, probabilmente lo saranno per la pressione cittadina.
Sempre in zona Flaminio, poi, incontriamo una curiosa doppia scelta. In via Donatello. Uno aperto dalla parte del fioraio, uno chiuso, verso via Flaminia. Forse qui sembra sensato.
Da questo punto di vista il campione dello Yin e Yang lo troviamo all’incrocio tra via della Scrofa e via Ripetta. La fontana doppia è rimasta all’asciutto, ma proprio davanti, un rivolo d’acqua bagna ancora la vasca di marmo dirimpettaia.
Resta comunque molto triste passare accanto ai nostri nasoni preferiti, quasi antichi, generosi parenti e vederli secchi, quando non sono proprio scomparsi perché rubati! A quando la riapertura totale?
AGGIORNAMENTI
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