Per la liberazione di Roma dalle fioriere di cemento

fioriere piazza montecitorio

Sì agli alberi, no alle fioriere di cemento! Questo in sintesi il mio grido di battaglia.

Dopo aver ottenuto un miracoloso successo per la grande speranza di vedere piantare alberi a piazza San Silvestro (siamo ancora in una fase progettuale, ma si procede!), partecipo e rilancio entusiasta anche a questa nuova petizione.

Liberiamo il Centro Storico di Roma dalle fioriere di cemento?

Chi mi conosce dai tempi di Liberaci dalla transenna, sa benissimo che mi batto da sempre su questi temi. L’incapacità e la prepotenza dei nostri urbanisti produce un tale ammasso di transenne, ciotole, vasoni, fioriere, zozzerie che in nessuna parte del mondo ho mai visto.

E stiamo parlando di Roma. Capite?

Vi copio qui sotto il testo della raccolta di firme.

Liberiamo il centro storico di Roma, (Patrimonio Unesco) dalle orribili fioriere in calcestruzzo!

Da tempo invadono la città, sono la “geniale” soluzione come alternativa alle transenne (che poi restano comunque) o ai dissuasori e parapedonali che raramente vengono utilizzati. Ma spesso le fioriere hanno persino pretese decorative!

Tra l’altro, il verde che contengono muore rapidamente e ovviamente finiscono ben presto per diventare grossi cestini per la piccola immondizia.

Ecco alcuni esempi eclatanti (solo pochi, la lista sarebbe senza fine):

Piazza Mattei con la sua meravigliosa fontana, accerchiata dalle solite “ciotolone”. A piazza di Montecitorio (che vedete nella foto), la facciata del Bernini ed un obelisco egizio dovrebbero dialogare con il serpentone di cemento formato da fioriere. A via Giulia un privato cittadino prende esempio dallo stile “governativo” e, a tutela della propria privacy, decide di circondarsi di cemento armato. C’è anche Palazzo Spada, sede del Consiglio di Stato, dove hanno pensato bene di mettere ai lati dell’ingresso le immancabili fioriere. Come non citare Palazzo Grazioli tra via del Plebiscito e piazza Grazioli, che da quando è divenuto sede romana di Berlusconi è stato letteralmente circondato da fioriere di ogni tipo. Infine, a Piazza delle Cinque Scole, la fontana di Giacomo Dalla Porta è totalmente prigioniera.

Ora.

Se davvero servissero per arginare le auto, per non rovinare l’estetica degli edifici, esistono, nella tradizione romana, soluzioni più eleganti come i colonnotti in granito con catene, o dissuasori in ferro battuto o, più semplicemente, i marciapiedi.

Se poi queste ciotole sono utilizzate quali “elementi di decoro”, per abbellire (?!), allora bisogna essere implacabili.

Le Soprintendenze hanno ribadito che, nella maggior parte dei casi, non sono state autorizzate e, dunque, per loro sono abusive.

Cosa direbbe un turista italiano che arrivato a Parigi di fronte alla facciata di Notre Dame si trovasse una decina di fioriere in cemento armato con fascione di rame, ai lati del portale d’ingresso?

Siamo al solito paradosso di dover fare qualcosa anche in difesa della storia e la cultura italiana. Dall’invenzione dei giardini all’italiana ai più antichi orti botanici siamo diventati i dispensatori di migliaia di “fioriere” in cemento armato nei luoghi del nostro patrimonio culturale più prezioso.

Le fioriere di cemento deturpano i luoghi storici e gli angoli più belli del centro di Roma, patrimonio dell’umanità e non dialogano con la Storia. Solo tu puoi eliminarle per sempre!

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Dissuasore mobile per pedoni


L’acuto Andrea ci rivela (con foto testimonianza) questa arguta deduzione sull’avvento degli ultimi dissuasori. Questo si trova nel salotto "buono" di San Lorenzo in Lucina.



"Dopo profonde congetture… Sono arrivato a comprendere che si tratta di un semaforo pedonale all’inverso. Mi spiego meglio, invece di fermare le macchine per fare passare i pedoni. Ferma i pedoni per far passare le macchine!"

Savana romana


Da San Lorenzo a Fontana di Trevi. Una bella passeggiata di nemmeno 25 minuti. Con questo luglio norvegese poi. Passeggiando in zona Esquilino, e condividendo in gran parte le proteste del puntuale e zelante Sessorium, mi sono imbattuto in questo strano scorcio da safari e antica Roma.

savana romanaMi rendo conto che non sia facile. Se cerchi di proteggere, rischi di recintare e trascurare. Ad ogni modo si può cercare di mantenere un minimo di cura almeno mensile. E magari la recinzione potrebbe essere meno metallicamente anonima.

savana romana 3
E’ assurdo intravedere che
da poco si sono fatti lavori di riqualificazione e ora siamo già in questa situazione. A cosa è servito?

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Capisco anche che a Roma siamo talmente ricchi di gloriosa eredità che non sappiamo dove metterla. Ma ci rendiamo conto che se queste sei maestose arcate in laterizio dell’acquedotto che alimentava i trofei di Mario,  fossero in qualunque altra città al mondo sarebbero fulcro di attrazione, circondate adeguatamente e fieramente?

Infine. Se tutto questo grande recinto protettivo occorreva per preservare le prospettive estetiche… Forse si poteva fare più ampio…

savana romana 3

Te la piazzo in Piazzetta


Le ormai tragicamente note riqualificazioni romane hanno in comune, oltre alla consueta bruttezza dei lavori e all’idiozia delle fantasie d’arredo o della loro funzionalità pedonale, un tipico doppio gioco di questa nefasta casta.

Con la scusa di migliorare l’estetica della città, con la scusa di restituire ai pedoni le piazze, prima espropriano il parcheggio ai cittadini (paganti per giunta) quindi sulla cementata ripavimentazione dai gradini, ghirighori taglienti ed osceni dissuasori, nel solito deserto d’alberi (recuperati poi con tragici vasoni prigione di poveri alberelli assetati) si scopre sempre che quelle catene (quando non sono transenne!) o varchi chiusi al traffico, in effetti si aprono per far passare e parcheggiare le loro auto blu.

Guardate un tipico esempio. Piazza della Pilotta.

GregorianaGregorianaGregoriana
Queste furono le parole del Profeta Morassut, ora alle prese con la scomunica ad alcuni eretici provocatori…:

Assessore Morassut, perché pedonalizzare piazza della Pilotta? «Abbiamo concordato l’intervento con la pontificia università Gregoriana, e con il rettore padre Imoda. Piazza della Pilotta meritava di essere riqualificata e di non essere più solo un parchegio a cielo aperto».

[la g mancante non l’ho aggiunta, nel copia e incolla originale, alla Galimberti… Fa molto più buon padre]

Io, visto che sono in tema di proposte per la nuova giunta, faccio anche questa (da sempre):

Chiudiamo il centro al traffico. A tutti però. Che vadano i bicicletta politici, prelati e vippetti vari.

Che gli fa bene.

Labirintite da Transenna

Ci sono dei giorni in cui le mie estetiche associazioni (a delinquere) visive ballano il valzer…

Dall’Antica Roma alle viscere di Piranesi passando per i ricami di Escher..

Al Portico d’Ottavia e intorno a Teatro Marcello*, ho intravisto la mia nuca, da qualche parte.

transenne antiche e ringhiere romanelabirintoditransennelabirintodiEschercarceriPiranesicarceriPiranesi2   

* Ne avevo già parlato qui.

Come osano i pedoni

Questa è davvero emblematica per ciò che concerne il rapporto tra politica e popolo.

Siamo diventati peggio degli americani (a proposito, stanno finalmente lavorando per sostituire le transenne di Via Boncompagni con qualche accorgimento meno terzomondista… staremo a vedere).

Dunque. Nella nobile Via XX settembre (che nell’ultimo tratto diventa Via del Quirinale) sono comparsi in fretta e furia nuovi attraversamenti pedonali, ben rinforzati, con nugoli di cartelli informativi.

pedoni pericolosi

Tutto sommato si può anche condividere. Il traffico romano tende a non rispettare le semplici zebre, anche se custodite da zelanti pizzardoni. Donna Clio ne sa qualcosa…Certo una selva di cartelli del genere (oltre ad essere di dubbio gusto estetico) mi pare un po’ eccessiva, se pensiamo che di norma altrove non c’è alcun segnale, nemmeno di rallentamento.

Ma la cosa che mi ha fatto sobbalzare è stata l’apparizione di questi nuovi cartelli nei pressi dei passi, su lato adiacente il Quirinale:

opposti pedoni

divieto di pedone

Avete letto bene. Sì. Anzi Yes! Perché fra i rarissimi casi di italica segnaletica poliglotta, vi è pure il sottotitolo anglosassone. Tanto per essere chiari anche con il turistame al pascolo.

Li avevamo già trovati davanti all’ambasciata nipponica (meno internazionali però). E ora ce li troviamo accanto ad uno dei più bei palazzi di Roma.

Capite? Il pedone risulta fastidioso per le repubbliche manovalanze. Che eleganza! Ma soprattutto CHE BELL’ESEMPIO DI DEMOCRAZIA!!! Questa sì che é un Repubblica che rappresenta e difende il suo popolo. Complimenti! Non c’è che dire. Era meglio quando ce stava er Papa…

Per fortuna, per ora, non vi è traccia di transenne; ma a giudicare dal rispetto dei pedoni per tale assurdo ordine (nessuno nemmeno lo capisce di fatto), non mi meraviglierei della loro fedele comparsa a guardia della Repubblica.

Del resto ho chiesto lumi a un pizzardone usciere palettato, il quale mi ha precisato che "i pedoni non devono attraversare sulle uscite di quei portoni", salvo poi concedermi il fugace reato.

Bugia comunque. Perché i cartelli agli angoli estremi della strada non sono di fronte ad alcuna porta.

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Autumn in Arenula

Piazza Cairoli,  lungo Via Arenula non gode molto in questa stagione.

Vuoi per il molesto passaggio degli stornelli che scelgono i suoi cari alberi per promiscue riunioni, bellissime da vedere solo da lontano (sapete quei disegni neri che danzano nei tramonti di fuoco tipicamente romani), mentre risultano sempre tragiche per chi parcheggia in zona a rischio espulsione propellente in eccesso…

Tempo di colonnine…

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Le notti romane sono sempre più insopportabili. Afa, harleysti rancorosi, turisti nudisti esibizionisti… ecc ecc…

Ed è altrettanto insopportabile l’abuso di zone pseudo pedonali (con ripavimentazioni extralusso sui cui costi da casta voglio sorvolare) ingabbiate dai famosi dissuasori, cioè paletti, catene, colonnine o vasetti di fiori condannati a rapida morte per sete..

Ma questa moda di abbattere le colonnine comincia a stancare. Se volete ditruggere qualcosa, rapite e seppellite le transenne che invece così proliferano!

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Poche ma spaventose


E’ vero. Ne sono rimaste poche in giro. Tuttavia quelle sopravvissute straziano l’anima. Tra l’altro alcune sono in zone anche molto belle. Come accanto a Piazza Navona o al Velabro.

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Oltre a rendere paradossalmente invisibile il telefono e a far perdere l’orientamento al malcapitato avventore rabdomante (cioè l’odierno orfano di cellulare), sono la dimostrazione che noi italiani facciamo di tutto per perdere in estetica con gli stranieri. Se questa infatti era la nostra risposta alle cabine inglesi…

Mi rendo conto che sono eredità dei celebri anni ’80 da "bere". Ma proprio quando si è bevuti questi affari diventano perfino taglienti forche caudine.. Assai pericolose.

E non è un caso che in molti le scambino per luminosi vespasiani…

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