Mens sana in cucina sana

Salute!

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G8 Luglio e dintorni (non volano solo gli elicotteri… Anche gli acini, per fortuna)

Che questa parte della stagione sia fra le più faticose dell’anno è noto. Estate piena ma vacanze vacue. Nel senso che oltre a tutta la bagarre quotidiana, c’è pure da preparare viaggi e fughe, incalzati da tasse e scadenze, domande e promesse.

Ci aggiungi le puntuali delicatezze periodiche, come gli scioperi e le manifestazioni, e poi ti ciucci un bel G8 (solo d’appoggio, ma sempre al peggio..) tanto per non farti mancare nulla.

Così sotto il martellamento degli elicotteri che manco Apocalypse Now, mentre ci promettono una Capitale Digitale, un nuovo giornale indipendente ma da notte in bianco, o chiedono di scioperare (?) anche a noi pur sempre per una causa legittima (giuro che prenderò una decisione, ma non vedo come possa scioperare un libero pensatore), io batto le mie ali accanto a quelle dell’Acino che vola. Alto.

Sì, lo avevo annunciato. Ed aspettavo a dir la verità qualche foto in più, ma mi accontento di un paio fatte dal sottoscritto col cellulare, altrimenti arriva ferragosto… Dunque, ecco i ringraziamenti. Perché di questi si tratta. Per la fresca (non proprio meteorologicamente parlando) serata di martedì scorso. Sono stato bene, quasi a casa. E oggi come oggi,  non è facile: si teme di ritrovarsi i soli a sognare come una volta, a fondo perduto.

La serata blogger organizzata dalla piccola enoteca si è rivelata davvero preziosa.  Con quel nome poi, un giocatore di parole come me non poteva certo mancare. E ho fatto bene. Invitato dalla gentilissima Giorgia, perso subito fra i tentacoli della Portuense, infine giunto nel piccolo nido ottimamente organizzato per ospitare i fortunati autori dei più diversi blog.

serata bloggerCon tanto di proiettore e connessione ultrarapida, ci siamo alternati tra bicchieri di buon vino e pause culinarie con primi squisiti, nel raccontare e raccontarci, scoprendo le persone dietro i pixel ed i bit. Eccoci. Scoprire come e perché ti abbiano scoperto. La vita reale dietro a quel virtuale che in effetti non è affatto irreale. Epifanie e pochi gradi di separazione.

Non sapevo nemmeno bene cosa dire di me e di questo blog che amo e che ultimamente, per vari motivi, sto colpevolmente trascurando. Eppure ascoltando Ataru, Noyealin o la stRagista, ma anche scoprendo commentatori come Fuffa e Thunderblue, ho capito perché ho cominciato e che la Blogosfera non è implosa o dispersa come spesso scetticamente noi stessi annunciamo, citandoci verbosamente addosso. No, per fortuna la Rete è ancora quell’oceano sconfinato dove ci perdiamo e ci ritroviamo. Dove ci siamo imbarcati perché siamo dei cercatori  senza fine. Dove cerchiamo il mondo e troviamo noi stessi.

Grazie di cuore. Blogger non si nasce, ci si diventa quasi sempre per caso. Ma è bello sapere che lo si rimane per sempre.

seata blogger
ps. Mi dispiace solo per l’assenza dei bamboccioni alla riscossa, al cui titolo avevo pensato da tempo anche io.

Cominciamo da Romolo


In onore a Mamma Lupa, e per distrarci dalla rin-corsa al Campidoglio che è diventata (oltre alle solite e rappresentative pseudorisse da tv) una patetica corsa al capezzale del Capitano, mi faccio convincere dagli amici e nemici che hanno la sfortuna di frequentarmi più o meno virtualmente e apro al blog una nuova finestra che per ora mi ero sempre rifiutato di spalancare. Almeno da qui.

I piaceri di Roma. Già perché in tanti, troppi mi hanno fatto notare che io sono solo polemico con la mia Città eternamente amata e non mi sbraco mai a raccontare del Bello e del Buono che in altre sedi venero con tradizione romanesca prioritaria.

E dato che nella vita vengo spesso interpellato invece proprio per fornire indirizzi e amene Weltanschauung su come passare piacevolmente la nostra precaria esistenza, inauguro la nuova sezione partendo ovviamente da uno dei miei prediletti argomenti: Dove mangiare bene.

Ovviamente ci tengo a precisare che non ricevo (e mai lo farò) alcuna marchetta per queste recensioni, dettate solo dal mio estetico cuore e dal mio viziosissimo stomaco.

Così non posso che cominciare dal ristorante che a Roma probabilmente amo di più. Non solo per al qualità del cibo (tipica cucina romana con qualche chicca di classe) ma soprattutto per ubicazione, luogo del banchetto e servizio.

Romolo.

daromolo
Non poteva che chiamarsi così. Il fondatore di Roma e del proprio piccolo paradiso ristoratore.

Praticamente accanto a Porta Settimiana, nell’angolo che anche Verdone (Un sacco bello) scelse per fotografare il cuore di una Roma di cui sentiamo sempre più nostalgia, c’è questo grazioso ristorante, che dentro nasconde un vero gioiello prezioso. Un delizioso giardino (denominato di Raffaello e della Fornarina) di pace e autentica romanità di un tempo.

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Sulla storia precisa e romantica del posto potrete chiedere alla splendida signora Marisa, figlia di Romolo (che se non è nata lì, accanto a quelle scalette, lo ha fatto a pochi metri di distanza).

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Ora sediamoci a un tavolo nell’angolo per godere il panorama, magari con la donna che si ama  (magari di nome Rea Silvia) e che come te ama il piccolo eden (attenzione qui nascono amori veri), e finalmente ordiniamo al gentilissimo e simpatico faraone del posto, Mimmo.

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Non si può non partire dalla Mozzarella alla Fornarina, appunto. Il cui impasto e ingredienti restano custoditi nella meraviglia del primo assaggio.

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Come primo io, nella stagione primaverile ed estiva che incalza, propendo per queste ottime e fresche tagliatelle spinaci e gamberi.

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Quindi proseguiamo con una spettacolare quanto semplicissima grigliata di mazzancolle.

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Infine, mi manca, la foto (ma non il sapore nella memoria e nel cuore) uno sgroppino che ti costringe subito a fare il bis per crisi d’astinenza all’ultima cucchiaiata.

E poi.

E poi come nella migliore tradizione romana (a tavola nun se invecchia) si resta lì, nel silenzio surreale di questo posto fuori dal caos e dentro l’ombelico di Roma, a fare due chiacchiere, bere un limoncello o un cognac, fumarsi un sigaro e dibattere pigramente sull’immortalità dell’anima.

Grazie Romolo.

Per i venali questori della questua a fine pasto, posso dire che la cuenta non fa male, rimanendo in una fascia media (dipende sempre dal vino) che per altro oggi in altri ristoranti meno eleganti ed esteticamente inferiori, quindi la maggior parte, direi che ce la sogniamo.

[NB le foto sono state scattate il 30 Marzo. Oggi il giardino è ovviamente ancora più bello e in fiore].