Io mi sono davvero stancato. Questa vita da martiri morituri te salutant comincia a starmi proprio stretta. Non si può continuare a subire o nel migliore dei casi salvarsi, magari fuggendo, nascosti, rassegnati. E parlo, ormai mi conoscete, come uno al quale sono sempre state sulle balle tutte le forme di associazionismo e di rottura dei coglioni del prossimo per avere diritto al mio (="nostro") spazio.
Anzi, io ero quello che difendeva i tassisti romani perché volevo il centro chiuso eccetto che per i mezzi pubblici e proprio per loro. Adesso li guardo come pericolosi squali della strada, ingordi ed isterici. E mi stanno sulle palle perfino gli autobus, che guidano e si comportano come pazzi delinquenti. Le autoblu (di tutte le razze, generalizzo al massimo, non mi cagate il cazzo) con i loro immondi equipaggi di orchi vestiti a festa, le odio. Da sempre.
Altro che cordoli e preferenziali (dove ti falciano meglio). Senza ciclabili autentiche io voglio la tabula rasa. Non voglio più nessuno fra i coglioni. Nemmeno i p(i)edoni pascolanti dello shopping. Non parliamo di motorini, scatolette varie e scooteroni bidet per culoni pigri ma sempre di corsa.
Questa è una guerra. Va bene. Siamo circondati. Ma allora ci batteremo, mi batterò. Fino alla fine. Come il Cyrano.
Non si può morire davanti al Colosseo mentre si pedala tranquilli sulla pancia dell’Impero Romano che fu, magari ammirandolo come solo chi è libero può fare davvero. Adesso basta. Scoprirete tutti, da soli, che qualcuno vi aspetterà al primo semaforo rosso che accettate. E vi ricorderà cosa è il rispetto (non solo) di un ciclista. E ve lo ricorderete. Stetene certi.
Bastardi.