Sono tornato.
In realtà da circa 2 settimane. Ma l’afa faceva sudare anche il computer, così ho evitato di fare la sauna con lui. E poi camminare fra i parcheggi romani semideserti offre quel brivido di adrenalina degno di Strange Days della Bigalow. Ma ora che il Settembre frizzante pare finalmente avviato riparto di slancio, come faceva Ivan Lendl… E si riparte dagli atterraggi a Fiumicino, con la consueta caccia al tesoro fra i tanti partecipanti che si ammassano ai pochissimi rulli dei bagagli.

La cosa assurda è che si assiste ad una sorta di fatale rassegnazione nella muraglia umana proveniente da mezzomondo. Gli afecionados tranquillizzano i nuovi astanti. Tutto nella norma. Prima di 2 ore (se sarai fortunato!) non vedrai il tuo bagaglio sbucare fra quelli che girano periodici chissà da quanti giorni… Non si riesce proprio a capire perchè dobbiamo fare questa figura di merda mondiale. Ci sono sempre almeno 10 voli per un solo rullo che vomita al replay scaglioni di valigie ogni mezz’ora. Non mi dite che aumentare i rulli sia un operazione che richieda chissà quale costo.
Ma prevale questo clima di disfattismo collettivo. Incontri amici che volavano dall’altra parte del globo e ci si racconta tutti quanto siano operativi gli altri aeroporti. Nemmeno i finanzieri con i cani azzardano a chiederti qualcosa visti gli occhi sbarrati sui volti. Fuori parenti, amici e tristi tassisti privati o tour operators invecchiano (in piedi!) ciondolando con cartelli, cellulari e auricolari squagliati. Magari qualcuno potrebbe scoprire che basterebbe aspettare uno squillo o un sms al momento del ritiro agognato prima di fiondarsi per raccogliere il fortunato superstite. In ogni caso offrirgli un paio di poltroncine in più sarebbe civile…

Benvenuti in Italia. Bentornati a Roma.

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